Le delusioni spesso sembrano dare un gusto amaro alla vita stessa. Saper accettare il messaggio che la delusione porta con se può davvero essere una peculiarità per la propria crescita individuale. Per esempio, imparare a perdonarsi quando deludiamo qualcuno a noi caro, spesso porta a comprenderci, che a sua volta può portare ad un cambiamento di noi come individui e della realtà che osserviamo.
La sindrome da Burnout nei lavoratori sia un problema più o meno diffuso in tutte quelle professioni dove lo “stress da errore” è molto alto. Insomma tutte quelle professioni dove si vive un po’ sul filo del rasoio, sia per pericolosità che per continuo “stress da giudizio”, come appunto gli artisti. Molti pensano che il lavoro, per esempio dell’attore, sia tutto sommato semplice, in realtà è un continuo di esercizi post-lavoro e un continuo di giudizi esterni che richiedono la perfezione di movimenti ed espressività.
In Francia è passata una legge che prevede il diritto di staccarsi dalla tecnologia, nelle ore fuori dalle ore lavorative. Questo apre nuove dubbi di gestione aziendale, ma più importante apre un dibattito europeo sul diritto del lavoratore di “staccare” davvero una spina sempre collegata con l’ambiente lavorativo che può fortemente creare stress nel dipendente. Quindi stop alla tecnologia nelle ore post-lavoro, nelle ferie e nei week-end. Almeno in Francia …
L’azione del dimenticare viene spesso associata ad un mero difetto della nostra mente; ma non è proprio così. Infatti, molte ricerche sulla memoria, hanno fatto evincere che dimenticare fa addirittura bene. O meglio, fa parte del processo complicato del ricordare. Insomma l’Hard Disk non può registrare tutte le informazioni e così si dimentica, almeno i ricordi più brutti emotivamente o i più inutili. Almeno si spera.
Oggi sempre di più avvertiamo che il legame con le macchine è diventato molto stretto. Cellulari, computer e televisioni hanno un ruolo sempre più importante, se non fondamentale, nella nostre vite. Ma questo è già superato, sono anni che si sta andando oltre, introducendo idee sempre più radicali anche nel mondo della medicina. Idee che si avvalgono della tecnologia moderna per curare o rigenerare parti del nostro corpo e funzioni attinenti.
L’ipnosi è una pratica ancora non del tutto conosciuta alla scienza; benché gli studi sull’ipnosi stiano facendo passi in avanti, i professionisti di questa pratica la usano per i più disparati scopi ma è davvero così risolutiva per ogni problema? La neuro-scienze sono diffidenti in merito. Ma testimoniano di aver mappato il cervello sotto ipnosi e che i risultati in alcuni casi è sorprendente! Sotto dolore fisico la mente sotto ipnosi attiva meno le “aree del dolore” per attivare quelle dell’auto controllo e auto-consapevolezza.
Il potere della musica è qualcosa di cui tutti siamo a conoscenza. Da sempre l’uomo si chiede perché un insieme di suoni riesce a smuovere cosi profondamente l’animo umano. Oggi nel 2017 pare che gli studi psicologici abbiamo dato un chiarimento sul perché non riusciamo a vivere senza musica. A quanto la risposta è da ricercare nella famosa “dissonanza cognitiva umana” a quanto pare la musica influenzerebbe positivamente tutte quelle “informazioni contraddittorie” che ci creano conflitti interni e ci posso far soffrire.
9 domande per capire quanto siamo sadici. Un test proposto da psicologi per individuare il sadismo come caratteristica nella personalità umana. Il primo test composto da 20 domande non è stato esaustivo per i ricercatori, poiché si intrecciavano troppo alcune tendenze e personalità psicopatiche con quelle sadiche. Quindi sfoltendo le domande sono arrivati ad affermare che con queste 9 domande si può arrivare a calcolare il livello di sadismo che ognuno di noi ha dentro di sé.
Scrivere un libro per raccontare un’ idea, una ricerca. Questa è la motivazione che ha spinto Yannis Zabatakis a scrivere un libro su quello che ha scoperto come ricercatore e la sua idea è … descritta all’interno di questo breve articolo. Buona lettura.
Cerchiamo sempre relazioni stabili e durature e quindi possibili, o cerchiamo angoscia da un rifiuto sicuro? E’ questa la domanda che si è posta la psicologa Helen Fisher, la quale ha effettuato una serie di piccoli test per persone che hanno appena avuto un rifiuto. A quanto pare la nostra voglia di “delusioni” è forte, in alcuni casi tanto quanto la voglia di riuscirci.
