Mi chiamo E., ho 39 anni. Lavoro in una stazione ferroviaria e ho un figlio di sei anni autistico. Lui non è come gli altri e io lo volevo come gli altri. Lo so che è brutto dirlo, ma io lo volevo come gli altri. Lo amo, amo il suo modo di essere diverso, ma non è quello che voglio e questo mi distrugge, mi fa sentire in colpa tutto il giorno, mi sento in colpa quando lo guardo, quando lo metto a letto, quando penso a lui, quando ne parlo con mia moglie. Ho paura di fare un altro figlio perché ho paura che anche lui nasca autistico.
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