Leggendo “Il diario di Adamo ed Eva” di Mark Twain, pensavo… Com’è possibile che due esseri viventi così diversi per natura siano allo stesso tempo (sempre per natura) portati ad unirsi ed a trascorrere la maggior parte della propria vita insieme (ad esclusione di determinate devianze e preferenze omossessuali che potrebbero anche essere curate). Eppure mi sento ogni giorno sempre più attratta dall’altro sesso, ma al contempo faccio sempre più fatica ad instaurare un rapporto duraturo che si basi su un’unica relazione fedele e stabile. Sarà che noi donne apparteniamo alla categoria di quelle che pensano con la “ratio”, ponderano e valutano, mentre loro pensano con i piedi (o meglio con il c…)per lo più insensibili e superficiali. Questa cosa mi destabilizza, mi fa star male. Mi turba. È anche vero, lo riconosco, che noi donne siamo facilmente suscettibili – altresì permalose. Ciò nonostante litigare con il mio compagno mi appaga, ne sento l’esigenza, anche perché io ho poche amiche (spesso tra donne sorge subito la competizione, il voler eccellere, essere l’unica prima donna e così l’amicizia svanisce). So di sentirmi compatita, ma mai compresa; a quanto pare è così che deve andare. Chissà se esistono delle rette che siano e parallele e perpendicolari, forse solo se, talvolta, gli uomini si comportassero più da donna e noi più da uomini, ma forse no, neanche così. Correremmo il rischio, pericolosissimo, di affezionarci a chi ci è più simile ed a ricercare il nostro stesso genere.
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