La timidezza è molto più di una semplice “vergogna ad esporsi”.
Rapporto tra Timidezza e il fior Violetta
Ho letto un interessante libro sulla timidezza: “Shrinking Violets” di Joe Moran che analizza il comportamento di quelle persone molto timide e discrete che non vogliono attirare l’attenzione su di loro.
Credo che la timidezza sia quasi “aver paura” di esporsi all’interno della società.
Nel romanzo: “ The Mighty Walzer” di Howard Jacobson le persone chiamate, appunto: “Skrinking Violets”, “violette”(o “timidine”) sono le zie timide del personaggio principale.
Intorno al 1820-1850 la metafora per identificare una persona timida era “la viola”, è infatti una pianta con il collo piegato, ha piccoli fiori che sbocciano solo in marzo e aprile e il suo profumo è intenso ma fugace.
La violetta veniva chiamata: “ la regina del segreto” perché è ricoperta da un velo misterioso.
La violetta può fiorire in molti climi e si esprime in vari modi, alcuni di essi improbabili, può essere come la “viola” sorprendente, ma allo stesso tempo piena di mistero.
Sono fiori molto tenaci che prosperano in qualsiasi buon terreno e senza l’intervento umano.
“Goethe” portava dei semi di viola nelle sue tasche e durante la sua passeggiata quotidiana nei dintorni di Weimar, li spargeva per il parco, lo faceva per dare il proprio contributo alla bellezza del mondo.
Gli esseri umani sono animali sociali dotati di istinto e possiedono impostazioni predefinite; quindi essere timidi va quasi a contrastare la natura sociale dell’uomo.
“La timidezza è una restrizione dal mondo, è un tratto della personalità che caratterizza in varia misura il comportamento di un individuo improntato a esitazione, ritrosia, impaccio e pudore, superiori a quanto manifestano in analoga situazione altri soggetti ovvero, ad una minor socievolezza. Ai suoi livelli massimi si può manifestare come fobia sociale, con veri e propri attacchi di panico dovuti al profondo senso di inadeguatezza nei rapporti sociali e al sentire gli altri come possibili minacce“.
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I Lati Positivi della Timidezza
Un lato positivo è che reindirizza impulsi sociali dormienti in attività nuove e creative, come ad esempio la scrittura e la pittura.
Lo scrittore: “ Howard Jacobson” per esempio ha descritto se stesso come un bambino acutamente timido che è diventato uno scrittore perché “aveva paura del mondo”.
Secondo me la timidezza non è né un vantaggio né uno svantaggio, ma è semplicemente parte della “ stranezza” dell’essere umano.
Il terreno della timidezza è fertile e viene usato per meditare in solitudine nonostante si abbia la consapevolezza che si sta condividendo un pianeta con un miliardo di altre persone.
Forse la cosa più strana della timidezza è che, a differenza di altri stati “ansiosi” come la paura o la vergogna, non colpisce mai quando l’individuo è solo.
Può essere una fonte di dolore e solitudine, ma mostra come siano importanti le relazioni sociali.
Tratto dal sito: PsychologyToday.