Una Nuova Rubrica
Iniziamo oggi una nuova rubrica nella quale effettueremo delle interviste indagando le implicazioni psicologiche di una particolare professione o di una particolare passione. Iniziamo da Vittoria, che lavora in una delle più belle biblioteche di Torino.
Quali sono i personaggi letterari dei quali più ti ha colpito l’approfondimento psicologico?
- Madame Bovary, combattuta tra i suoi fortissimi impulsi dai quali è prepotentemente attraversata e la morale comune che, come in tutte le epoche storiche, detta le condizioni necessarie ed indispensabili per avere diritto a stare nella società.
- Via col vento: Rossella o’Hara. Che dire di questa donna sicuramente egocentrica, viziata ed arrivista. Ma antesignana delle donne multitasking di oggi, in grado di tirarsi su le maniche e poter dire “Domani è un altro giorno”.
E qualche romanzo recente possiamo trovare in biblioteca?
- Serenata senza nome, Maurizio De Giovanni. Qui il commissario Ricciardi, grande protagonista nel romanzo, si rivela lucido, razionale, intuitivo sul lavoro. Fragile, insicuro, confuso nella vita privata. Vero è che i romanzi spesso attingono dai contesti in cui sono scritti!
- Cattiva, Rossella Milone. La protagonista, una giovane mamma, tormentata tra il fortissimo trasporto emotivo e affettivo verso la sua bambina a, ancora prima, durante l’attesa e il non voler rinunciare al suo essere persona, donna. Coraggiosa nel non volersi nascondere dietro ai soliti stereotipi.
Cosa noti di particolarmente interessante nelle persone che ogni giorno frequentano la biblioteca?
- Le persone hanno una grande voglia di comunità e di voler essere ascoltate e curate. La fascia di età degli attuali frequentatori delle biblioteche sono persone oltre i 50 anni di età. Solitamente acculturate, ma anche solo persone molto curiose che cercano non solo un libro per potersi immergere nella storia ma anche chi possa semplicemente ascoltare le loro di storie. A volte sono storie belle ed interessanti che appartengono magari ad un passato che non c’è più e che fanno fatica a ricollocare.
Esistono, secondo te, delle differenze generazionali nell’approccio alla lettura?
- La lettura è un mondo da scoprire. E’ un’arte che si insegna. Non è naturale perché è anche faticosa ed ha bisogno di concentrazione, di tempo. Naturalmente sono moltissimi i fattori che possono aggiungere o togliere “fiato” a questa arte. Non credo che oggi il problema dei dati negativi rispetto alla lettura siano dovuti alla sostituzione della carta stampata con i dispositivi deputati al leggere. In biblioteca esiste un servizio per non vedenti (che quindi utilizzano dispositivi audio) che viaggia a gonfie vele. Credo piuttosto che sia un modo di vivere che non consente accesso alla lentezza, all’approfondimento, al tempo “vuoto”, necessario per poter leggere. Di conseguenza sono molto più alte le percentuali di lettori nelle fasce più adulte che non in quelle più giovani. Il crollo lo abbiamo proprio tra il 15 e i 30 anni. E non è neppure legato alla mancanza di tempo perché le lettrici (che oggettivamente hanno un carico maggiore di “lavoro” e “oneri”), superano notevolmente i lettori. E’, io credo, proprio legato ad un “modo” di vivere o di scegliere di vivere.
Nei gruppi di lettura ai quali partecipi (o organizzi), quali dinamiche noti?
- I gruppi di lettura hanno dinamiche identiche a qualsiasi altro gruppo si amalgami intorno ad un interesse. Con qualche differenza dettata proprio dalla tipologia dell’attività per cui ci si incontra. Qui si tratta di persone che già a monte hanno scelto un certo modo di vivere. Eppure , come è ovvio, abbiamo un piccolo spaccato umano. Chi vuole intervenire per ascoltare principalmente la propria voce, chi è timido e quindi interviene per ultimo solo quando si sente sicuro di non dire stupidaggini. Chi, al contrario, vuole intervenire per primo per non farsi “sottrarre” la domande. Le persone che non ascoltano gli altri dopo essere intervenute. La figura del coordinatore è fondamentale, deve essere quasi invisibile e, nel caso del gruppo di lettura, deve assolvere allo scopo principale del gruppo e dare spazio