L’attenzione ai bisogni educativi speciali in una scuola inclusiva
Nel dicembre del 2012 viene emanata la direttiva “Strumenti di intervento per gli alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”, che prevede una riformulazione dei bisogni degli alunni: cosa sono i bisogni educativi speciali? Si riferiscono a “bambini speciali” o sono di tutti?
L’idea di fondo è che ogni bambino abbia una propria personalità e sia un bambino a sé, con specifiche esigenze e capacità; vedendola in questo modo, ogni alunno dovrebbe quindi avere dei programmi educativi personalizzati in base alle sue modalità di apprendimento, ma per la necessità di contenere e, in un certo senso, arginare la vastità del concetto, si è preferito parlare di Bisogni Educativi Speciali (BES) come di una macrocategoria suddivisibile in diverse microcategorie, in base alle cause per cui l’allievo si presenta come bisognoso di un Programma Didattico Personalizzato (PDP):
– disabilità;
– disturbi evolutivi specifici (Disturbi dell’Apprendimento, Deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria..);
– svantaggio socio-economico, linguistico e culturale.
Io ho bisogno, tu hai bisogno
La scuola fino ad oggi ha predisposto programmi specifici per i bambini con bisogni riconosciuti ufficialmente da un’autorità sanitaria, ma ciò non accade per i BES: alla loro individuazione non si arriva tramite un’indagine clinica, ed i bisogni educativi speciali non fanno parte di alcuna categoria diagnostica, ma è la scuola che si assume il compito di decidere come lavorare sulle capacità e sulle carenze del bambino, attraverso metodologie e strumenti specifici, che possono anche cambiare di caso in caso (si pensi, ad esempio, all’utilizzo dei tablet, o di attività che permettano di adoperare i cinque sensi per una migliore comprensione dell’informazione attraverso canali diversi).
Alunni provenienti da famiglie più o meno disagiate, o con un basso livello culturale o, ancora, con una scarsa conoscenza della lingua (in un Italia oramai multietnica), tutti potrebbero avere bisogni educativi speciali!
I bambini sicuramente necessitano di un’educazione diversa e personalizzata, ma è un’aspettativa che la scuola dell’infanzia non può di certo soddisfare, ed allora la scelta migliore è renderla una scuola inclusiva, che possa predisporre tutti i suoi discenti all’apprendimento, allo sviluppo di competenze, alla valorizzazione ed accettazione di sé e dell’altro.
A cura della Dott.ssa Azzurra Carrozzo