Un Dibattito che Tocca da Vicino la Vita di Ogni Famiglia: I Vaccini Fanno Bene?
Questo dibattito non è una peculiarità tutta italiana; prima di noi in altri paesi si sono manifestati dubbi riguardo la reale efficacia dei vaccini, e in molti di questi i risultati sono stati tutt’altro che privi di conseguenze. Un esempio è l’Inghilterra: in seguito allo studio, dimostratosi poi fraudolento, di un medico inglese, Wakefield, che sosteneva la correlazione tra vaccino trivalente (morbillo-parotite-rosolia) e autismo, vi fu un drastico calo della copertura vaccinale che esitò nell’aumento di incidenza del morbillo e delle sue complicanze, alcune delle quali molto temibili e addirittura mortali.
Più di un semplice articolo servirebbe per analizzare in maniera realmente approfondita i pro e i contro dei sostenitori delle diverse tesi, ma ci sono alcuni elementi che varrebbe la pena approfondire, per non cadere in conclusioni semplicistiche e superficiali.
Perché si pensa che i vaccini facciano male?
Spesso l’argomento più banale si riassume in un “che sarà mai, mi farò il morbillo!”. E quindi il primo avversario da battere è l’ignoranza, perché molte delle malattie per cui ci si vaccina non sono pericolose di per sé, ma a volte per le loro complicanze (come il morbillo) e altre volte per le conseguenze verso gli altri (vedi la rosolia in gravidanza che può danneggiare il feto).
Altre volte la reticenza a vaccinare si giustifica con il fatto che molte delle malattie per cui ci si vaccina siano state sostanzialmente debellate. Se come me siete vicini ai 30, pensate a quanti dei vostri coetanei abbiano contratto il morbillo, o la pertosse, o la difterite. Ci si dimentica però che questo risultato si è potuto ottenete proprio grazie a una capillare opera di vaccinazione che ha reso la nostra generazione impermeabile a quelle patologie, e una riduzione delle vaccinazioni, come sta accadendo, ha portato a un riapparire di malattie che erano nel migliore dei casi un ricordo, a volte addirittura una reliquia del passato.
Un’altra tesi su cui spesso si fa leva è che in realtà la volontà di vaccinare sia dovuta a interessi economici delle case farmaceutiche. Sarebbe ipocrita negare che la vaccinazione rappresenti un business, ma potremmo paragonarlo a quello degli airbag: il fatto che si paghi per averli in auto e che le case automobilistiche ci guadagnino nel fabbricarli non li rende meno utili.
E abbiamo poi quella che è la tesi emotivamente più di impatto, più controversa, e che più interroga le coscienze dei genitori, cioè che i vaccini siano correlati allo sviluppo di malattie quali l’autismo. Nonostante la forte valenza emotiva di questo punto, si può solo dire che questa presunta correlazione è stata ampiamente smentita da anni di studi scientifici, mentre al contrario si è dimostrata una chiara correlazione tra riduzione della diffusione delle vaccinazioni e aumento di incidenza di malattia e di mortalità per le loro complicanze.
Con questo non si cerca di negare che i vaccini abbiano dei rischi: è possibile finire per contrarre l’infezione per cui si cerca di fornire immunità, si può addirittura contrarre alcune complicanze più pericolose della malattia stessa, in rarissimi casi addirittura mortali, ed è facile capire come per un genitore il rischio di 1 su 1 milione sia tantissimo se quell’uno è il proprio figlio. E a volte la mole di informazioni a cui si ha accesso o che ci riversano addosso, in un senso e nell’altro, finiscono per confondere ancora di più.
Leggendo questo articolo credo sia chiaro come la mia posizione sia a favore dei vaccini, per la loro sicurezza, che aumenta con il progredire della tecnologia biomedica, per la loro utilità, diminuendo il rischio di ammalarsi con sequele spesso gravi, e per il ruolo di pubblica salute che svolgono, proteggendo chi è vaccinato e anche le persone che sono intorno a lui.
Ma ritengo altrettanto importante che il dibattito sui vaccini continui, nonostante alcune strumentalizzazioni, sia all’interno della classe medica sia tra i genitori. Genitori che vogliono sempre più essere informati e che giustamente si aspettano di ricevere tutte le informazioni per fare una scelta consapevole. E che spero sarà sempre quella di vaccinare e proteggere i loro figli.
A cura di Federico Bugliosi (Medico)