L’acquisizione delle competenze scolastiche continua ad essere la sfida cognitiva e motivazionale più importante che l’individuo si trova ad affrontare nel proprio processo di crescita. Tale impegno comincia ancor prima dell’accesso alla scuola, rappresenta un’impresa pubblica, competitiva che definisce l’immagine di sé, nel senso che voti scolastici predeterminano le reazioni degli altri e i percorsi professionali (Coleman e Hendry 1990).
Per gli adolescenti utilizzare come metro di confronto i voti è pratica comune, conferendo così ai risultati scolastici un ruolo di primaria importanza tenendo in considerazione il fatto che i voti stessi sono il resoconto che usualmente i genitori richiedono ai giovani studenti (Bruner 1996).
Vedi anche l’articolo: “Gli Adolescenti e Scuola“.
Il Criterio di Valutazione “Relativo”
Il problema può tuttavia essere rappresentato dal fatto che i voti non siano conformi alla reale preparazione dell’adolescente. Infatti in Italia il contenuto informativo dei voti scolastici sembrerebbe piuttosto debole. I dati dell’indagine Ocse (Pennini et al., Pisa 2007) mostrano, ad esempio, che la distribuzione dei voti conseguiti dai quindicenni in matematica è del tutto simile per Centro, Nord e Sud, nonostante che la corrispondente distribuzione dei livelli di competenza sia assai diversa tra le suddette aree territoriali.
Ciò suggerisce che gli insegnanti tendano ad applicare un criterio di votazione “relativa” all’interno delle classi, più che a confrontarsi con un metro nazionale (Pennini, Modica, Dardanoni 2007).
A risultati scolastici scadenti corrisponde un malessere e un disagio più o meno marcato nell’adolescente, che influenza il resto del modus vivendi dello studente. L’insuccesso scolastico, nelle scuole medie inferiori, può essere influenzato da disturbi di relazione, da fenomeni depressivi o da una causa organica (ad esempio ipoacusia, deficit oculari),nelle scuole medie superiori, invece, la depressione può spesso essere causa di insuccesso scolastico (Farnetani 2008).
E’ altresì vero che insuccessi scolastici siano causa di un turbamento per l’adolescente.
L’insuccesso scolastico può essere sintomo di una condizione psichica non ottimale, ma è a sua volta causa di gravi perturbazioni nel processo di crescita perché trascina con sé uno sciame di rischi evolutivi (Charmet 1994).Nell’insuccesso si intravede la delusione per il mancato rapporto tra aspirazioni personali e risultati, tra l’ideale sognato e la realtà dei fatti. L’insuccesso non è solo dello studente, ma anche dei genitori (che non sono riusciti a rifornire il figlio del bagaglio necessario per permettergli di affrontare il momento della nascita sociale) e della scuola (che non è in grado di mantenere le proprie promesse formative).
Il fenomeno dell’insuccesso scolastico
L’insuccesso scolastico è un fenomeno che assume via via maggiore importanza, anche perché, sempre di più, una difficoltà a terminare la scuola è contemporaneamente una difficoltà di inserimento sociale.
La scuola è oggi l’unico percorso di socializzazione, la via obbligatoria all’inserimento sociale; oggi la frequenza a scuola non è un’alternativa al lavoro, ma ne è il presupposto essenziale. È per questo che i risultati scolastici prendono un significato importante: non determinano solo il livello di capacità e delle conoscenze ottenute, ma delineano il livello di inserimento o marginalità sociale.
Successo e insuccesso a scuola, si riflettono con successo o insuccesso nella vita. Arrivando così al centro dell’identità personale, del senso di sé e del proprio valore (Maggiolini 1994).
Farinelli (2002) infatti afferma che l’insuccesso scolastico è spesso una delle cause che porta i giovani adolescenti ad essere implicati in comportamenti a rischio, quali possono essere consumo di sostanze psicoattive o disturbi alimentari e quasi sempre minano l’autostima dello studente.