“La Maniera Migliore per Avere Successo in Politica è Trovare una Folla che sta Andando da Qualche Parte e Mettercisi Davanti” (Athur Bloch)
Quando studiavo storia alle superiori, il pensiero ricorrente era quello che gli eventi epocali, gli spartiacque che segnano un’epoca ci fossero già stati. E non era detto non ce ne potessero essere altri, ma mi sembrava che per un po’ la storia si fosse presa una pausa e ci avesse riservato un periodo di tranquillo ozio. Più che farla, la storia, ci era toccato il momento di guardarla scorrere davanti ai nostri occhi.
E così, in una specie di reality show, invece di ribellarci al destino cinico e baro e prenderci qualche responsabilità, perché troppo stanchi, troppo impegnati, troppo pigri o semplicemente troppo mediocri per pensare di farcela, abbiamo deciso di sederci davanti alla tv e applicarci in un’arte che incredibilmente ci riesce molto bene: il televoto.
Dando così vita alle parole di DeAndrè: Si sa che la gente dà buoni consigli sentendosi come Gesù nel tempio, si sa che la gente dà buoni consigli se non può più dare cattivo esempio.
E così, complice una classe dirigente che fa rimpiangere i metodi dell’antica Grecia in cui le cariche venivano sorteggiate, un sistema dell’informazione che fa sembrare Topolino un vero organo di stampa, e una attitudine molto umana (e particolarmente italiana) a notare la pagliuzza nell’occhio del vicino ma non la trave nel nostro occhio, siamo arrivati alla naturale conclusione: avevamo talmente abbassato l’asticella delle aspettative che ormai non ci interessava più che chi ci guidava fosse competente, preparato, adatto per quel ruolo. Riempiendoci la bocca con una parola ormai abusata, ci bastava fosse onesto: non importa se palesemente inadatto, un onesto era quello che ci voleva.
Abbiamo abdicato al merito, abbiamo scelto il meno peggio, forse addirittura inconsapevoli che non si trattava di una vittoria ma dell’ennesima sconfitta.
Abbiamo permesso alla ragione di tacere e alla pancia di parlare. E come scrisse qualcuno parafrasando Goya, Il sonno della ragione produce ministri.
A cura di Federico Bugliosi