Storie comuni di donne comuni
Una volta ho visto una donna coprirsi il volto per la vergogna di essere guardata. Un giorno ho ascoltato una donna che non riusciva a parlare né a scrivere, perché le era stata negata l’istruzione. Ho sentito piangere una donna che non poteva più vedere sua figlia. Un’altra donna mi ha raccontato di essere stata fisicamente umiliata davanti ai suoi familiari. E una bambina ha dovuto picchiare la madre per non essere picchiata a sua volta. Sara diceva che lui non ha colpa, perché ha avuto un’infanzia infelice. Francesca giustificava la sua indifferenza per via degli impegni al lavoro. Giulia capiva che è solo lo stress che a volte lo porta a sfogarsi con lei. Roberta ammetteva di averlo fatto ingelosire, e di essersela cercata. È accaduto tutto nello stesso giorno, in cui le “donne che amavano troppo” giustificavano gli atti compiuti da chi, nella maggior parte delle circostanze, viveva nella loro stessa casa. La donna che ha cercato di emanciparsi si è forse sottomessa ancora di più, e stavolta non al volere di un padre padrone, ma al bisogno di sentirsi al sicuro con un uomo che non la abbandonerà, se solo lei saprà comportarsi come le viene detto di fare; e quello che prima era considerato socialmente come un diritto naturale dell’uomo, oggi viene giustificato come gesto d’amore. Il risultato è il calpestare l’amore per se stesse, nell’attesa che la persona cui ci si è afferrate cambi, annullando la propria identità, la propria personalità, la propria cultura e dignità, ed il diritto alla felicità. A breve inizierà la pubblicizzazione di tutti gli eventi e le feste organizzate per l’8 Marzo, Giornata Internazionale della Donna. Tra storia e leggenda, la giornata istituita negli USA nel 1909 non vuole solo celebrare un riscatto dal significato moderno, riscatto lavorativo, sessuale, culturale ed identitario, ma vuole ricordare un diritto fondamentale: il diritto alla vita ed alla libertà. Oggi in Italia esistono moltissimi centri ed associazioni in grado di fornire sostegno a tutte le donne che, sole, non riescono ad affrontare il difficile passo dell’emanciparsi dall’”uomo ragnatela”. Lo chiameremo così, l’uomo che ha la facoltà di sedurre, intrappolare ed uccidere.