Due Tecniche Scientificamente Provate per Combattere la Tendenza ad Auto-aggredirti
Ieri ho assistito a questa conversazione tra due professori, uno diceva all’altro: “Non ho mai pensato che mi sarebbe importato, ma ogni giorno controllo quanti allievi hanno comprato i miei libri. È come una malattia! ” L’altro ha risposto confessando di fare lo stesso e ha aggiunto: “E quando mi accorgo che ho venduto poco, mi sento un fallito“.
A volte siamo così ignari dei nostri modi con cui ci aggrediamo che ce ne rendiamo conto solo quando ne parliamo con qualcun altro.
Gli psicologi chiamano l’atto di definire noi stessi una specifica scelta, una specifica situazione o un specifico risultato “catastrofizzare”. Potremmo decidere che siamo dei venditori terribili dopo un unico mese di risultati in declino oppure potremmo decidere di essere degli amici terribili perché per una volta ci troviamo a litigare con un caro amico o che sicuramente moriremo da soli dopo un doloroso divorzio.
Probabilmente non devo specificare come questo tipo di pensiero sia dannoso per la nostra felicità, la fiducia e il successo; le ricerche confermano che è un approccio alla vita veramente dannoso. Ma ciò che rende la catastrofizzazione particolarmente pericolosa è che spesso si traveste come un’auto-riflessione produttiva. In fondo, perché altrimenti dovremmo mettere in atto tale flagellazione? Se riusciamo oggettivamente a capire quanto siamo stati stupidi questa volta, la prossima volta saremo meno stupidi, giusto?
Sbagliato.
Va bene valutare oggettivamente le nostre limitazioni, ma la catastrofizzazione non è né obiettiva né ragionevole, e se vogliamo essere veramente autosufficienti e di successo, dobbiamo lavorare per superarla. La buona notizia è che è possibile farlo.
Due tecniche per combattere la catastrofizzazione
1. Combattere la tendenza ad auto-aggredirti: Focus sull’auto-accettazione.
Quando stiamo catastrofizzando, di solito significa che avremmo potuto gestire qualcosa meglio o diversamente. Per questo motivo, non è né realistico né utile convincerci che tutto va bene (“è bello che abbia urlato al mio coniuge questa mattina! Sono fantastico!“). La cosa più ragionevole e produttiva è concentrarsi sull’elaborazione della realtà oggettiva e scegliendo di amarci comunque.
L’auto-accettazione non è solo una buona idea in teoria – ha vantaggi molto tangibili. In uno studio, Kristin Neff ed i suoi colleghi hanno chiesto a un gruppo di laureati di partecipare a un colloquio per un lavoro che “veramente, veramente vogliono“. Quando l’intervistatore chiede agli studenti di descrivere la loro più grande debolezza, chi era più portato all’accettazione di sé ha riferito di sentirsi sensibilmente meno nervoso e più cosciente di sé in seguito. Se fosse stato un vero colloquio di lavoro, probabilmente avrebbero ottenuto un risultato molto migliore.
La ricerca dimostra che un modo semplice per aumentare la propria accettazione è quello di monitorare il tuo monologo interiore. Quindi, la prossima volta che ti ritrovi a catastrofizzare, prendi nota se sei autocritico (“Mi sono dimenticato di mettere l’allarme! Che cosa c’è di sbagliato in me? Perché non riesco a fare le cose più fondamentali?“) o auto-accettante (“È stato un errore – ma sono solo umano, e queste cose accadono“). E qui è utile chiedersi: “Vorrei dire quello che ho appena detto a me stesso o a qualcuno che mi piace e rispetto?”
2. Combattere la tendenza ad auto-aggredirti: Cerca di avere più prospettive possibili.
Un altro potente strumento per combattere la catastrofizzazione è la prospettiva. In uno studio, i ricercatori hanno analizzato più di 100 coppie di Chicago ogni quattro mesi per un anno rispetto ai loro sentimenti di soddisfazione, intimità, fiducia, passione e amore per il loro partner. Durante lo studio, hanno chiesto ai partecipanti di scrivere qualcosa in merito ai conflitti nel loro matrimonio. Un gruppo di controllo ha scritto per 21 minuti rispetto al conflitto e il gruppo sperimentale ha scritto come un “terzo neutrale che vuole il meglio per tutti” vedrebbe il conflitto – solo il gruppo sperimentale è stato protetto dalla tendenza generale di considerare come la “qualità matrimoniale ” in crisi.
Abbracciando nuove prospettive al di là della propria sui conflitti coniugali, i partecipanti sono stati in grado di uscire dai loro cicli di razionalità e di andare avanti molto più produttivamente.
Quando siamo tristi per un fallimento o una limitazione percepita, ampliando la prospettiva per vedere i nostri progressi oggettivi in settimane, mesi o anni ci aiuta a mantenere la fede, sostenere la nostra energia e apprezzare le nostre realizzazioni.
Ad un livello più profondo, è un’occasione vitale per lavorare sulla nostra auto-accettazione e per lavorare sulla nostra auto-consapevolezza. Se ricordiamo che siamo umani e quindi imperfetti il viaggio diventa molto più facile e infinitamente più autoaffermativo.