Il Secondo capitolo della nostra rubrica è dedicato al migliore amico dell’uomo: Fabiana, educatrice cinofila, ci regala i suoi pensieri riguardanti la sua magnifica passione.
Quali sono le somiglianze e differenze principali nel trattare i momenti di difficoltà di cani e esseri umani?
I momenti di difficoltà che i cani incontrano nella loro vita quotidiana possono essere paragonati a quelli degli esseri umani, variano da soggetto a soggetto ma sono spesso più elementari e basilari.
I cani, come noi, provano paura, rabbia, disgusto, gioia, tristezza. Tutte queste emozioni si manifestano con comportamenti differenti e in occasione di eventi differenti: esistono cani più o meno coraggiosi, più o meno “rabbiosi”, più o meno sereni ecc… Per esempio, non tutti i cani hanno paura dei temporali come non tutti gli esseri umani hanno paura dei ragni. Il trattamento di questi stati emozionali avviene effettuando anzitutto una lettura del comportamento e un’ analisi del carattere di base del cane in modo da fornire la giusta motivazione al fine di spostare l’emozione negativa verso una “distrazione” positiva.
E’ fondamentale bilanciare la modalità e la gradualità di proposizione delle alternative ad essi fornite con la loro sensibilità di base. E’ necessaria pazienza, calma e autorevolezza oltre che un atteggiamento sicuro. La motivazione è la principale fonte di cambiamento di emozione e varia da soggetto a soggetto, per motivazione si intende lo scopo e l’obiettivo che muove il cane ad agire in una determinata direzione, ci sono cani con forte motivazione e propensione predatoria, altri con motivazione possessiva, cinestesica, protettiva, territoriale ecc..
L’educatore cinofilo, assieme al proprietario dovrà cercare di individuare la motivazione più idonea al cane per spostare gradualmente l’emozione negativa verso un emozione positiva. Ritengo che negli esseri umani valga la medesima regola che si basa sul trattamento soggettivo di emozioni negative in base al carattere ed alla sensibilità del soggetto.
Quali sono le maggiori difficoltà che incontri nel relazionarti con i proprietari?
La maggiore difficoltà che incontro durante le lezioni di educazione cinofila è proprio la relazione con il proprietario. Ci sono differenti tipologie di proprietario: si ritrova il proprietario estremamente apprensivo a cui bisogna spiegare che il cane annusa anche quello che si definisce “schifezza” perché il suo olfatto è equiparabile alla nostra vista e per conoscere il mondo circostante deve annusare; il proprietario superficiale che pensa che “tanto è un cane” può dormire fuori, non soffre il freddo, non ha bisogno di socializzare, “tanto ha il giardino” ma deve risolvere il fatto che abbai tanto e faccia un sacco di buche, quello che pretende che l’educatore abbia una bacchetta magica e in pochi minuti risolva anni di gestione sbagliata e comunicazione contraddittoria, quelli per i quali sei l’ultima spiaggia prima di dar via il cane e poi ci sono i clienti ideali, quelli che ti chiamano quando prendono il cucciolo per non fare errori e che in un mondo perfetto non avranno problemi durante tutta la loro vita.
La cosa più difficile è dover suggerire al cliente che probabilmente il cane starebbe meglio in un’altra famiglia disposta a dedicare più tempo e più attenzioni, perché la cosa più importante in questo percorso, che per me non è un lavoro, è il benessere del cane. E’ raro ma talvolta accade di trovare persone completamente disposte a mettersi in gioco e a godersi quanto di bello c’è nel comprendere il proprio amico e comunicare correttamente con colui che non sono è più solo un animale domestico ma diventa parte della famiglia, queste persone sono il regalo più bello, sono quelle che ti ringraziano alla fine del percorso, quelle che erano partite dicendo di avere un “diavolo” in casa che si è trasformato in un “angelo”.
Il mio scopo è dimostrare che una corretta gestione e interazione con il proprio cane crea beneficio sia in loro che in noi e che non siamo solo la mano che porta il cibo, il guinzaglio e la carezza ma siamo compagni di vita e per la vita di un essere vivente con bisogni emozioni e tanto da dare.
Quali sono le emozioni con le quali hai più spesso a che fare nel tuo lavoro?
C’è da fare una netta distinzione fra le emozioni dei proprietari e quelle dei cani. In generale e purtroppo vengo contattata nella maggioranza dei casi da proprietari che hanno già problematiche da risolvere per cui spesso l’emozione del proprietario è rabbia e insoddisfazione mentre quella del cane è confusione e tristezza. Spesso si tratta di persone che hanno già avuto un cane completamente diverso da quello attuale e che non si spiegano il motivo per cui con lo stesso tipo di gestione il cane precedente era un agnellino mentre il cane attuale è un demonio. E’ facile immaginare che non sempre la gestione e la relazione che si ha con un soggetto possa andare bene con altri soggetti altrimenti anche in umana avremmo tutti gli stessi amici e gli stessi compagni di vita nonché le stesse paure, le stesse inclinazioni ecc.. Spesso una situazione simile va gestita con modalità differenti e talvolta la soluzione vincente arriva dopo alcuni tentativi.
Quando un proprietario decide di intraprendere il percorso di educazione la sua emozione principale di rabbia diventa la valvola per ottenere un risultato, talvolta se i primi tentativi non sono soddisfacenti subentra la tristezza ma per i proprietari più caparbi alla fine del percorso c’è sempre la gioia.
Durante le lezioni l’approccio deve essere sempre positivo e mai stressante affinché sia efficace per cui si cerca di incidere sempre con una motivazione che porti il cane ad un’emozione gioiosa.