La Famiglia: Importanza ed Evoluzioni nel Tempo
Fin da piccoli il mondo che ci circonda ci regala storie, racconti, favole. Spesso dimentichiamo che lo stesso mondo ci chiama a essere protagonisti di una storia, quella della nostra vita. Vita che arricchiamo e portiamo nell’indomani attraverso un valido sostegno: la famiglia.
Essendo il gruppo famiglia in continua crescita, caratterizzato da diverse età, personalità, esigenze e tanto altro, è normale che si attraversino delle fasi di sviluppo in cui cercare e confermare nuovi ruoli ed equilibri. Queste fasi tendenzialmente assumono la forma di crisi. Alcune volte, le famiglie riescono a riorganizzarsi attraverso la comprensione di risorse preziose e strategie che conducono all’adattamento. Altre volte, si sente parlare di veri e propri disagi e/o di conflitti. In questi casi la figura dello psicologo può essere un valido sostegno, non solo per la comprensione dei problemi esistenti e il ritrovamento di un equilibrio familiare, ma per far sì che non si instaurino condizioni patologiche.
La famiglia: ricordi che riaffiorano nel tempo
Quando penso alla mia famiglia, riaffiorano i ricordi della mia infanzia. Ci ritrovo sempre una bambina felice e molto amata, due genitori molto presenti, due sorelle compagne d’avventura. Le mie poi sono particolarmente simpatiche. Una si infilava le scarpe con il tacco di mia madre e prendeva in mano il cucchiaio di legno, intimorendo i bambini che mi trattavano male. L’altra, dico sempre che è una mia versione aggiornata.
Ho sempre pensato che ogni famiglia è felice a modo suo. Non esistono felicità che si somigliano quando si fa parte di un gruppo di persone uniche. Pensiamo sempre che un figlio felice sia un figlio pieno d’amore. In realtà, credo che questa felicità nasca soprattutto dal vedere i propri genitori amarsi. Percepire in casa un clima di complicità, di serenità, di protezione.
Credo che la famiglia sia una realtà al di là della genetica e del grado di parentela, oltre l’espressione “è sangue del mio sangue”. Tante persone adottano bambini con pieni diritti affettivi, educativi ed esistenziali, portandoli via dalla tristezza e cullandoli in un clima d’amore immenso. Condividere gioie e dolori, un’abitazione o degli spazi, la colazione, il bagnoschiuma e quant’altro, significa accettarsi nell’affetto.
Infine, un pensiero speciale di vicinanza e di stima, spero giunga a tutte quelle famiglie meravigliose che accolgono le disabilità fisiche e/o intellettive di uno o alcuni dei suoi componenti. In questi casi, l’istinto può rivelarsi un ottimo alleato. La comprensione della specifica disabilità, un’ottima bussola per l’accettazione. L’affetto dei propri cari, una fonte d’aiuto. Come scrive Antonio Cuomo «chi ti ama non ti perde mai, chi ti ama ti porta per mano».
A Cura di Lucrezia Lerose