La Violenza sulle Donne
È un giorno qualunque. Decido di rilassarmi e di guardare un po’ la tv. Accendo, è l’ora del telegiornale. Ennesimo fatto di cronaca: “donna uccisa dall’ex marito, perché non accettava la fine della loro storia”. Spengo la tv, notizie di questo genere mi hanno sempre fatto rabbrividire. Come si può? Come si fa ad uccidere la donna con cui avevi deciso di passare la tua vita e che avevi deciso di “amare”, soltanto perché lei non ha avuto più la forza di continuare la sua vita accanto a te? Questo non è amore, è possesso. È il ridurre la donna, la compagna della tua vita, a strumento da possedere. Lei non ha libertà di scegliere cosa fare, è soltanto succube del volere di un uomo che non riesce ad immaginare più la sua vita senza di lei. E allora cosa succede? Scatta nella mente dell’uomo il pensiero che ne annebbia la ragione: “mia, o di nessun altro”. Che pensiero egoista! Il 25 Novembre di ogni anno viene celebrata la “Giornata mondiale contro la violenza sulle donne”, numerose sono le manifestazioni, convegni, seminari, flashmob sull’argomento. In questo giorno viene ricordata la celebre frase di Shakespeare che recita: “La donna uscì dalla costola dell’uomo, non dai piedi per essere calpestata, non dalla testa per essere superiore; ma dal lato per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, accanto al cuore per essere amata”. Ma quanto viene presa in considerazione questa frase? Quanto realmente si riesce a porre fine a queste tragedie che sembrano ormai essere all’ordine del giorno? Shakespeare recita delle parole bellissime, parole che fanno sentire ogni donna considerata e rispettata, ma la realtà di oggi dimostra il contrario. La donna oggi non è al lato dell’uomo per essere uguale, ma è alle sue spalle per essere tenuta all’ombra; non viene presa sotto braccio per essere protetta, ma viene strattonata e presa dal braccio per essere maltrattata fisicamente, per farle capire chi tra i due è più forte;
Cosa porta la donna a sopportare il maltrattamento?
E si sa, l’uomo, di costituzione, è sempre stato quello più forte. Fisicamente è forte, e questo gli ha sempre dato del potere; se poi è l’unico che procura il denaro in casa per il soddisfacimento di bisogni alimentari e materiali della famiglia, questo non fa altro che aumentare il suo potere. Per questo, l’uomo ha sempre innestato nella mente della donna la convinzione di essere lui potente e lei dipendente da lui. Infatti, la donna che decide di restare accanto al marito, anche se questi le dimostra il suo “amore” soltanto con la violenza, sembra dover accettare un male necessario, un male che dev’essere tollerato; un male che ha incatenato l’anima e il corpo all’interno di una gabbia di potere da cui è impossibile uscire. Si viene privati della propria libertà, ogni spazio vitale viene devastato, si viene trasformati in oggetto da possedere. L’amore è condivisione, non sopraffazione. Se si usa l’altro come mezzo, se lo si sfrutta, se lo si manipola e lo si domina, l’altro non avrà modo di esprimere la propria unicità come essere umano. Verrà distrutto, lo si annienterà…e questo non è AMORE. Ogni cosa che distrugge la libertà non è amore, perché l’amore è libertà. Sono le due facce di una stessa medaglia, sono le “due ali dello stesso gabbiano”.
A cura della Dott.ssa Daniela Labattaglia