Le Nuove Droghe in una Nuova Società
Per quanto il problema delle droghe, dello “sballo”, esista da sempre e resti sempre così attuale, in questi ultimi anni stiamo assistendo ad un’evoluzione del fenomeno, che però sembra non coincidere con quello del progresso dell’informazione e della tecnologia.
Con lo sviluppo dell’hi-tech, l’accesso così facile ad informazioni di ogni tipo, con smartphone, tablet, pc di ultima generazione, che fanno dell’intero sapere qualcosa di tascabile, si dovrebbe avere più coscienza, più consapevolezza, non soltanto dei rischi, ma di tutto ciò che circonda le “nuove droghe” (psicoattive) in cima alla hit dell’essere alla moda.
I giovani, soprattutto gli adolescenti purtroppo, attualmente sembrano essere convinti che quello di cui fanno uso non sia droga e che questo non possa fare di loro dei drogati, perché magari il rituale che accompagna la sostanza è cambiato, perché il loro stile di vita e la loro condizione sociale non è affiancabile a quella di “quei tossici disperati che si fanno nelle vene”. Non ci si rende conto che, invece, l’avere molte conoscenze in più e un’intelligenza più vivace, perché stimolata dal bombardamento di informazioni di cui siamo protagonisti, rende il tutto molto più disperato e triste di quello che poteva essere per quei tossici.
Nuove droghe: Sono davvero le droghe ad essersi evolute?
L’incoscienza con la quale adesso ci si approccia alla sostanza è spaventosa, non si ha la minima idea di cosa è contenuto in quello che si ingerisce (calcestruzzo, detersivo industriale, benzina), degli effetti disastrosi sull’organismo e sulla psiche (danni neuropsicologici, disturbi dell’umore, psicosi, anche irreversibile), l’importante è farlo, come se non ci si preoccupasse di un domani, come se perdere la vita non fosse poi così grave, l’adrenalina di quel momento, il sentirsi completamente “fuori dal mondo”, da quel mondo reale schifoso, vale di più.
Allora forse sono le droghe ad essersi adeguate a questa nuova forma mentis nel farne uso, in fondo è una mera questione di mercato ed anche esse stesse hanno dovuto stare al passo con le nuove richieste, al passo con questi giovani, spesso giovanissimi, che sembrano depersonalizzati, che sembrano voler vivere in un mondo parallelo, virtuale, come se la vita reale non suscitasse più lo stesso interesse, lo stesso attaccamento.
Dunque sarebbe auspicabile che il progresso, tutta la tecnologia da cui siamo invasi, venissero sfruttati per diffondere una cultura, relativa all’uso di queste nuove droghe, che funga da deterrente, e non da incentivo, per i “nuovi giovani tossici” incoscienti che si approcciano ad essa.
A cura di Marina Villani