Tra i Vari Modi in cui la Memoria Mostra le Sue Imperfezioni, la più Diffusa è di Gran Lunga il Dimenticare
Dimentichiamo gran parte di ciò che leggiamo, di chi guardiamo, di ciò che pensiamo e di chi incontriamo nel mondo. (Naturalmente ricordiamo anche molti eventi, ma questo è un argomento per un altro post.) Un modo inquietante, ma veloce per verificare la portata di quello che dimentichiamo è di prendere un elenco di celebrità che sono morte nel 2017. Vedere quanti riconoscete di aver letto e dimenticato.
Perché non ricordiamo tutto?
La ragione più importante per cui dimentichiamo è che nella nostra vita quotidiana ci concentriamo per comprendere il mondo, non per ricordarlo. La memoria è molto importante nel definire in modo retrospettivo noi stessi, ma non ci accostiamo a nuovi eventi del mondo con l’obiettivo primario di ricordarli. Noi apprezziamo, gestiamo, godiamo, negoziamo, ci confrontiamo, ci lodiamo, amiamo, discutiamo: sono tutti modi per comprendere.
Andiamo ad una partita di calcio per non ricordarla, ma per divertirci allo stadio. Non facciamo una camminata immersi nella natura con l’obiettivo di ricordare la passeggiata. Non ci svegliamo nei nostri letti al mattino con l’obiettivo di memorizzare la nostra giornata. Ricordiamo gli aspetti della partita, della nostra passeggiata e degli episodi al lavoro, ma solo come effetto secondario della comprensione.
Le ricerche sulla scrittura popolare hanno dato molta importanza alla memoria. Le situazioni in cui concentriamo la nostra attenzione sul ricordo sono in realtà molto limitate: studiare per un esame, preparare una presentazione, cercare di apprendere i nomi delle persone. Nella vita quotidiana non ci concentriamo a ricordare quello che facciamo. Ci concentriamo sul fare. Ci occupiamo del presente, e dunque dimentichiamo. Viviamo le nostre vite in avanti – comprendendo, agendo e reagendo. Non dovrebbe sorprendere quindi che occasionalmente entriamo in una stanza e dimentichiamo il motivo per cui siamo entrati. Quando abbiamo deciso di entrare in camera, abbiamo avuto un’azione specifica in mente, qualcosa da realizzare. Ma noi eravamo focalizzati sull’esecuzione di quell’azione, non sul ricordo.
Dimenticare ci aiuta a vivere con i dolori e traumi della vita
Dopo una dolorosa rottura, la perdita di un genitore o di un coniuge, o un evento molto inquietante, la maggior parte di noi riscontra che il passare del tempo allevia il dolore. Ma non è il tempo in sé che provoca la diminuzione del dolore. I dettagli emotivi vividi diventano meno accessibili all’esperienza cosciente. I confini della memoria divengono più labili e le memorie dolorose diminuiscono di intensità. Il sistema recentemente scoperto di neurotrasmettitori cannabinoidi nel nostro cervello dimostra l’importanza di vivere nel presente e di attenuare gli effetti della memoria. Il sistema cannabinoide aumenta l’esperienza sensoriale e disconnette le intrusioni della memoria, ci inserisce maggiormente nel momento percettivo e ci ammortizza da ricordi che potrebbero distrarre o causare dolori. Tutto ciò solleva una domanda attualmente in discussione nelle comunità mediche e psicologiche: se potessimo cancellare gli effetti di una memoria profondamente sgradevole, dovremmo farlo? I beta-bloccanti come il propranololo possono diminuire gli effetti emozionali della memoria traumatica e possono essere considerati medicinali per ridurre i disturbi da questi ricordi, facilitando i sintomi del DPTS (Disturbo Post Traumatico da Stress). Ci conviene mantenere i nostri dolorosi ricordi per imparare lezioni sul mondo o il dolore di quei ricordi dovrebbe essere trattato come sintomi sgradevoli fisici e ridotti o eliminati? Qualunque sia la nostra posizione su questo tema, possiamo essere d’accordo sul fatto che dimenticare eventi spiacevoli ha un suo valore.
La memoria è progettata per essere selettiva
Nel racconto “Funes the Memorious”, Jorge Luis Borges scrive di un giovane, Funes, che viene gettato da un cavallo e riporta una paralisi permanente. Funes poi trascorre i suoi giorni in una stanza oscura e lavora diligentemente per sviluppare la sua memoria, che diventa talmente prodigiosa che ricorda ogni dettaglio della sua vita. La difficoltà di questa situazione è data dal fatto che quando Funes ricorda gli eventi del giorno precedente, ha bisogno di 24 ore intere per farlo. Non ricordiamo in questo modo. Ci dimentichiamo – tantissimo. Infatti, dimenticare è una parte necessaria per ricordare ciò che è importante. Il codice del computer che è accurato al 99,3 per cento è sbagliato. Ma perché la memoria umana dovrebbe mantenere gli stessi standard? La nostra memoria è di solito abbastanza precisa per i nostri scopi – per ricordare il senso generale di un evento e per conservare le immagini selezionate.
Dimenticare ha vantaggi pratici e effettivamente aumenta la possibilità di ricordare
Ci sono chiari vantaggi nel dimenticare informazioni obsolete, come dove hai parcheggiato la tua auto ieri, una vecchia password non più utilizzata, il codice pin che hai sostituito o i dettagli di una relazione a lungo termine. In realtà, ci sono situazioni in cui dimenticare aiuta a imparare: quando si studia una seconda lingua, ad esempio, è utile mettere da parte i ricordi della tua lingua madre. Più in generale, dimenticare aiuta a memorizzare. Le persone maggiormente in grado di eliminare gli eventi irrilevanti sono anche maggiormente in grado di ricordare eventi pertinenti, un fenomeno noto come dimenticanza adattiva. Chiaramente, dimenticare può essere fastidioso, soprattutto data l’importanza che le persone danno al ricordare.
I benefici di chi dimentica
Il filosofo Avishai Margalit racconta la storia di un colonnello dell’esercito che per aver dimenticato il nome di un soldato sotto il suo comando fu ucciso in battaglia. Il semplice fallimento della memoria del colonnello viene poi trattato come un fallimento morale e viene criticato aspramente. Ci accorgiamo di situazioni simili nella nostra vita quotidiana quando dimentichiamo temporaneamente il nome di un collega o non ricordando una parola particolare. Ma le dimenticanze non dovrebbero essere prese troppo sul serio. Dobbiamo dimenticare molto, naturalmente. Il dimenticare è parte del funzionamento sano della memoria. Dimenticare può essere frustrante. Porta a risultati deludenti agli esami. Ci costringe a ripercorrere i nostri passi o a trascorrere ore in cerca di un errore. A volte, può metterci in imbarazzo. Ma dimenticare è necessario. Ci permette di sperimentare il mondo in modo più completo e immediato. Ci aiuta a gestire i dolorosi eventi della nostra vita. E ci incoraggia a ricordare ciò che è importante.
Articolo tratto dagli scritti del Professor Robert N. Kraft
Complimenti per il bell’articolo completo e ricco di informazioni sulle quali riflettere.
Io ho fatto per mesi terapia e uni dei topic sui quali ci siamo concentrati con la dottoressa è stata proprio la mia inconsapevole rimozione di certi ricordi spiacevoli. Farli riemergere è stata dura…ma ha funzionato.