Cerchi un Corso di Sopravvivenza? Fai lo Studente Fuori Sede…
Sali sull’aereo con tua madre che dice: <<Appena arrivi telefona, mi raccomando!>>. Segue il: <<Mettiti la maglia di lana che fa freddo!>>. Il tempo di atterrare e di chi vuoi che sia la prima telefonata? <<Sei atterrata? Non ti sentivo da un’ora e mi stavo preoccupando!>> dice.
Ebbene si, la vita di uno studente fuori sede é caratterizzata al 50% dalle telefonate della mamma. L’unica che ti chiederebbe venti volte al giorno se hai mangiato. Il restante 50% della giornata é un’esercitazione alla convivenza. Convivere con un nuovo clima, con nuovi ritmi, con un nuovo inizio, con una nuova città, lontano da casa.
Studente fuori sede: I Contro
Non esenti dalla mancanza della famiglia, si passa dalla ricerca di un’abitazione (quasi) decente alla condivisione di spazi, con altri universitari come te, che spesso dimenticano l’esistenza di detersivi e bagnoschiuma. Ed ancor più spesso dimenticano di buttare la spazzatura o di deporre le scarpe sul balcone per non inquinare l’aria comune! Vogliamo poi parlare dei tickets di prenotazione per usare il bagno? C’é chi, per rendere l’attesa agli altri ancora più gioiosa, decide di portarsi il cellulare e fare le sue telefonate con tutta calma.
O ancora peggio, il tablet! Ma durante le sessioni d’esami, tutti rinchiusi nelle proprie tane. Magicamente gli spazi in comune prendono le sembianze del deserto del Sahara. Infatti, basta chiamare uno dei tuoi coinquilini per renderti conto che ciò che avrai non sarà una risposta, bensì l’eco della tua voce che ritorna indietro! Nel kit di sopravvivenza, non dimentichiamo un velo pietoso da stendere su alcuni proprietari di casa. Spesso e volentieri fanno orecchie da mercante pur di non spendere un euro. O ancora peggio, avanzano pretese assurde, come ad esempio non portare gente in casa di giorno o di notte, non fare feste, etc. Ma non è tutto, ci sono proprietari che vivono sulla stessa via dell’appartamento dato in affitto. Alcuni di loro, passano la maggior parte del loro tempo sul balcone a mettere a verbale ogni singolo soggetto che varca la porta dello stabile. Farebbero invidia persino alle sentinelle! Peccato che sui contratti non viene mai specificata la clausola di accezione dantesca : <<Lasciate ogni speranza, voi ch’intrate!>>.
Lo studente fuori sede: i Pro
Andiamo a vedere l’altra faccia della medaglia… Esistono ancora proprietari onesti e pro vita sociale. Ed esistono aspetti positivi nell’essere uno studente fuori sede. Organizzi ogni attimo della giornata, in base ai tuoi doveri ed alle tue necessità. E scopri che questa libertà organizzativa e personale, é un ottimo mezzo per conoscere i propri bioritmi e le proprie inclinazioni. Differenti da quelli di un nucleo familiare. Conosci una nuova città e tutti i suoi aspetti. Se la città è Torino, poi, come nel mio caso, hai trovato una miniera d’oro! Ottime università, arte, cultura e servizi a 360°. Ed improvvisamente il cuore che era rimasto nel tuo paesello natale, si divide in due ed una metà la porterai per sempre in giro con te in questa nuova meta. E, con il tempo, capisci che anche le convivenze hanno i loro pro. Specie quando hai bisogno di un sorriso o di una pacca sulla spalla e qualcuno che condivida con te una difficoltà. Perché quando sei fuori sede hai molte meno certezze, né la tua famiglia né i tuoi amici di sempre. E se sei malato, c’é sempre quel coinquilino meraviglioso che va a comprarti le medicine. Certo, per evitare un contagio di massa, ci si scrive un sms da stanza a stanza! In fine, che dire? La tua migliore amica, dall’inizio alla fine del viaggio resterà la valigia, alla quale magari nel frattempo avrai dato un nome, in onore del legame profondo che vi unisce! Con lei è iniziato tutto ed anche quando sarà vecchierella non penserai mai di buttarla. Bensì, di riporla al sicuro da qualche parte, perché sono troppo importanti le esperienze e le ricchezze che contiene.