In questi giorni con l’attentato in Francia ognuno ha potuto dire la propria sul terrorismo. Chi si è concentrato sul dolore delle vittime, chi sull’indignazione, chi sul fastidio per l’attivazione popolari rispetto a vittime del mondo occidentale, mentre il resto delle uccisioni viene ignorato o non produce effetti.
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Esiste però una psicologia del terrorismo e se esiste di cosa potrebbe trattare?
Lo studio del terrorismo dovrebbe andare oltre al concentrarsi sull’attualità o alla speculazione sul futuro di sviluppare analisi sistematiche dello sviluppo del fenomeno nel tempo. I ricercatori hanno ora una grande quantità di prove sulla base delle quali possono essere costruite generalizzazioni. La psicologia potrebbe contribuire a rispondere a una serie di domande importanti, la maggior parte delle quali sono state solo raramente toccate direttamente.
In primo luogo, poco si sa circa il motivo per cui i terroristi abbiano abbandonato la strategia. La ricerca si è concentrata sulle motivazioni psicologiche per cui iniziare il terrorismo e molto poco sulle motivazioni per le quale rinunciarvi. Eppure un gran numero di campagne terroristiche prolungate sono terminate con la decisione deliberata dei partecipanti (per esempio, il Provisional Irish Republican Army o il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, nel contesto di processi di pacificazione più ampi).
E’ generalmente accettato che i terroristi non “vincono” in senso oggettivo o materiale. Non esistono infatti vittorie totali di movimenti terroristici.
L’ analisi, tuttavia, dovrebbe concentrarsi sulla percezione terroristica degli obiettivi e sull’efficacia del terrorismo come strategia. La ricerca dovrebbe cercare di identificare gli incentivi psicologici per rinunciare alla violenza.
Ad esempio, i gruppi che abbandonano la violenza percepiscono che il terrorismo non è riuscito (per esempio, causando la perdita del sostegno popolare o l’insorgere di demoralizzazione all’interno del gruppo), o se invece scovano nuove opportunità per realizzare i loro obiettivi?
Rispetto a queste ed altre domande le occasioni di ricerca possono essere molteplici e io credo che anche la psicologia possa fornire il suo contributo importante nella lotta al terrorismo.
A cura di Federico Posa