Storie di Uomini alla Conquista di Consigli
C’era una volta un fanciullo… Crescendo, gli si poneva spesso la domanda: «che mestiere vorresti fare da grande?». «Il fumettista», rispondeva. «O il medico, o il falegname, o l’avvocato!», aggiungeva. In realtà, non sapeva ancora che stava già diventando un ottimo conquistatore di consigli, a prescindere dalla professione che avrebbe intrapreso. Tra albe e tramonti, la vita ci destina molte esperienze e un uomo è sempre più bisognoso di affetto, confronti e pareri. Tra questi ultimi, pare che siano più graditi quelli delle mamme e/o dalle amate (compagne, fidanzate, mogli e così via). Due figure, il cui ruolo si tramanda dalle fiabe e dalle favole alla realtà.
Uomini alla conquista di consigli nelle fiabe
Se penso a una mamma antipatica, mi viene in mente la Fata Madrina, nel film di animazione Shrek 2. Pur di ottenere il matrimonio tra il Principe Azzurro (suo figlio) e Fiona (la principessa), dà il meglio di sé destreggiandosi con maestria fra tranelli e pozioni magiche. E il figlio? Forse il mantello è stato cucito con la copertina di quando era piccolo! Tipologia di uomo che oggi definiremmo “mammone”. Succube della madre, che riversa su di lui sogni di potere, in un rapporto che si potrebbe definire di sudditanza psicologica. Al giorno d’oggi, magari non ci si fa molto caso ma esistono versioni più attuali di Fate Madrine. L’unica differenza è il mattarello al posto della bacchetta magica! Per fortuna, le custodi della vita sono molteplici. Una grande fetta della torta è rappresentata da quelle che, oltre a nutrire un amore profondo verso i figli, non si risparmiano in azioni di supporto e crescita. Del resto, «niente per una donna è più simile al paradiso di un figlio che le farà sognare l’amore per sempre…», scriveva la poetessa Alda Merini. Circa le amate… Peter Pan spiccherà il volo, ma quando incontrerà la sua Wendy non potrà più fare a meno delle sue storie e del suo ruolo di pseudo madre. Così come il Principe, non smetterà di cercare Cenerentola, scappando dalle grinfie delle arrampicatrici sociali. Dopo questa parentesi, ritorniamo al nostro uomo.
Perché gli uomini hanno la necessità di avere un’opinione tendenzialmente femminile?
Insicurezza? Egocentrismo? Sensazione di conforto? Riflettendo, le interazioni sociali sono nate con l’uomo. E sappiamo tutti che l’interagire è un ottimo esercizio per assaporare tutti i gusti. Dal dolce al salato, dall’aspro all’amaro e così via… E ogni gusto, così come ogni consiglio che viene dato da una determinata persona, manifesta una sensazione diversa nel ricevente. Ad esempio, caldo o fresco. Ovvio che chi ci conosce meglio, ha più possibilità di scoccare frecce e fare centro! Quindi, risponde con del cioccolato fondente piuttosto che al latte alle nostre richieste. È probabilmente quel senso di gratificazione unito all’affetto, che non fa cercare confronto altrove. E una maggioranza del gentil sesso ha forse sviluppato un ruolo simile a quello di una crocerossina nei confronti degli uomini. Dispensando la medicina «ci sono» per quasi ogni malessere e/o evenienza. Con tanto di un vero e proprio bugiardino! Principio attivo: «ti consiglio io!». Eccipienti: parole, punti di vista, convincimento. Indicazioni terapeutiche: dubbi o sindrome da «al mio posto che faresti?». Effetti collaterali: può creare dipendenza. Lo scrittore e favolista Ambrose Bierce sosteneva che «il consiglio consiste nel richiedere l’approvazione in merito a una decisione già adottata». E qual è il miglior posto dove trovare approvazione, se non tra le braccia di una madre o il cuore caldo di un’amata sul quale dormire?
Lucrezia Lerose