Verso l’età adulta: studio, incertezze e lavoro.. quando c’è!
Chi da adulto non ha mai desiderato di ritornare bambino anche per un solo istante? Oggi giorno, pare sia un desiderio molto comune. Dettato probabilmente dalle insoddisfazioni e dalle paure di un adulto che cammina nel mondo, compiendo un viaggio precario verso un futuro incerto. Futuro che sente appartenergli sempre meno. Ebbene sì, abbandoni l’infanzia e la sua spensieratezza, cresci e arrivi a compiere una scelta. Salti sul treno e sul sedile accanto ci sono i tuoi tempi, i tuoi sogni e le tue ambizioni a farti compagnia. Sei pronto per il mondo dello studio o del lavoro! Due mondi, i cui tempi e regole sociali, raramente risparmiano difficoltà quotidiane, burocratiche ed esistenziali. Lo studio, un mondo di conoscenza. Entusiasmo, formazione e mete, rappresentano (in parte) il suo credo. Un’opportunità per coltivare le proprie aspirazioni. La laurea, un traguardo ambito e non privo di prove. Una vera corsa a ostacoli! E le attuali possibilità di collocarsi nel mondo del lavoro terminati gli studi? Quelle di un lancio con il paracadute! Voli in alto, come quando sei nella tua cameretta e fissi il soffitto, pensando in grande. Poi arriva il momento in cui quel paracadute devi usarlo. Devi tirare la leva e nonostante tutti i sacrifici e l’impegno nel prepararti, non sai quando poggerai i piedi per terra. Magari su un bel campo di margherite o tulipani, dato che non abbiamo bisogno di stare sulle spine. Perché? Perché, studenti e non, desideriamo dissetarci alle fonti di generazioni passate ma anche di predisporre terreni per la semina di nuovi frutti. Desideriamo guardare con occhi di chiarezza, intravedere luci di riuscita, lontani da opacità che allontanano realtà di autonomia e auto-realizzazione. Speranzosi di un’occupazione futura che ci renda fieri e consapevoli di noi stessi e renda tali tutti coloro che ci hanno sostenuti, spronandoci a non mollare mai.
Il giovane adulto e le sue difficoltà tra mondo dello studio e mondo del lavoro
E il mondo del lavoro? In genere, è quello che tutti immaginiamo come il passaggio dalla teoria alla pratica. Realizzazione professionale, competenza e stabilità economica. Punti fondamentali, annotati sul taccuino per la conquista di una dignità umana totalizzante. «Il lavoro nobilita l’uomo», pare avesse detto Charles Darwin. Già, nobilita l’animo di ogni lavoratore onesto, che si appresta con umiltà e devozione, ad adempiere a un suo diritto, tuffandosi nella libertà di una propria indipendenza, soprattutto economica. Non intendo il lavoro come sola corsa al denaro. E non intendo cadere nell’ipocrisia di chi sostiene che la felicità possa essere raggiunta anche senza un minimo di beni materiali. Genitori senza lavoro e che non possono sfamare i figli, sono forse felice? E un ragazzo che non ha la possibilità economica per studiare? E ancora, chi cerca lavoro e non lo trova, dovendo ritardare i sogni di realizzare una famiglia e così via??? Credo proprio di no! Quindi, inutile illudersi, o auto-convincersi, che il denaro non aiuti la felicità o non faccia parte di quest’ultima. Certo, l’importante è attribuirgli il giusto peso! Che non si riduca tutto a una superficiale corsa al consumismo! Anch’io, da studente e da adulto, ho le mie incertezze circa il futuro… Mi sveglio ogni mattina e ricordo le parole del sesto presidente degli Stati Uniti d’America, John Quincy Adams: «Il coraggio e la perseveranza possiedono un talismano magico di fronte al quale le difficoltà scompaiono e gli ostacoli svaniscono nel nulla». E prima di andare a dormire, ricordo la frase di Piero Chiambretti: «Comunque vada, sarà un successo!». Possano queste parole essere di conforto anche a te. A te che hai perso la speranza, a te che cerchi il tuo posto nel mondo, a te che lotti ogni giorno contro gli imprevisti della vita e le ingiustizie della società. Forza e coraggio: sempre a testa alta!
A Cura di Lucrezia Lerose