Una Volta Conseguita la Maturità Classica Avevo una Sola Certezza: Studiare Filosofia
Sin dalla prima lezione ho capito che era quello che volevo fare, che era quello che cercavo. “Amore per il sapere”: è questo il significato del termine filosofia. Una disciplina che è tutto e niente, una disciplina che ti permette di essere tutto e niente.
Durante i miei primi anni da studentessa di filosofia all’università la mia fierezza nel dichiarare il mio percorso di studi si scontrava con le perplesse reazioni dei miei interlocutori: “Esiste davvero la Facoltà di Filosofia?”, “Non ho mai capito nulla di Kant!”, “E cosa pensi di fare nella vita?”. Si ha spesso quest’immagine del filosofo come di una persona totalmente alienata, possibilmente con la barba, i sandali e una scarsa igiene personale che passa la sua esistenza a guardare il cielo o a cogliere gioiosamente margherite in preda a strani disturbi della personalità. Il tutto condito dal suo incessante stato di essere umano irrequieto che sempre si pone domande poco pratiche e di scarso interesse.
Questo aspetto non è, però, così negativo visto che la curiosità è da sempre il motore per qualsivoglia scoperta importante e che il porsi domande e il formulare ipotesi siano la base di quel metodo scientifico che noi tutti approviamo.
L’uomo è perseguitato da una imprescindibile necessità di classificare e schematizzare tutto, dal bisogno di razionalizzare e spiegare ogni cosa, dal rendere il mondo la sua personale fonte di soddisfacimento delle sue urgenze pratiche. Non tutti si rendono, però, completamente conto che tutto nasce dal pensiero e che quindi la filosofia non è poi così diversa dalla scienza. La filosofia, la storia, l’arte e tutte le discipline umanistiche non sono nemiche della scienza e della praticità. La filosofia è pensiero, è un procedimento critico e razionale: cosa c’è di non-scientifico in tutto ciò?
La filosofia non è come tutte le altre discipline
La filosofia tratta delle domande fondamentali, degli interrogativi “di base” che da sempre tormentano l’essere umano. La particolarità è che non vi è una risposta definitiva e vera in senso stretto. La particolarità è che la natura stessa della filosofia è più una domanda incessante, una ricerca insaziabile che una risposta conclusiva e immutabile.
La filosofia è, come indica lo stesso significato del termine, prima di tutto “amore”. Lo spiega Platone nel suo “Simposio” con il mito di Aristofane degli androgini. Sulla Terra, un tempo, vi erano gli androgini, ossia esseri composti dall’unione di due persone. Essi erano estremamente forti ed intelligenti, si completavano e non avevano bisogno di nulla. Questo condusse Zeus ad esserne geloso: gli androgini non pregavano gli dei poiché non avevano necessità e per il padre degli dei essi continuamente peccavano, dunque, di tracotanza. Gli androgini tentarono, inoltre, di spodestare gli dei e Zeus decise allora di dividere gli androgini: da allora le due metà non fanno altro che cercarsi incessantemente.
Come definisce Socrate l'”amore”?
Socrate definisce, dunque, così l’amore: “è il desiderio di ciò che non si ha ma di cui si ha bisogno”. Il possesso non è, quindi, amore e solo le due metà che si cercano terribilmente sanno cosa sia l’amore. L’amore è mancanza, è perenne nostalgia. Socrate racconta, poi, della nascita di Eros, nato dall’unione di Poros (la rappresentazione dell’ingegno) e Penia (la personificazione della povertà) durante le celebrazioni della nascita di Afrodite. Eros diventa, essendo nato durante il banchetto per Afrodite, un seguace e un amante della bellezza, ereditando, scrive Platone, sia dal padre che dalla madre alcune interessanti peculiarità: “…in primo luogo è sempre povero e tutt’altro che tenero e bello, come invece ritengono i più, anzi è aspro, incolto, sempre scalzo e senza casa, e si sdraia sulla terra nuda, dormendo all’aperto davanti alle porte e per le strade secondo la natura di sua madre, e sempre accompagnato dall’indigenza. Invece per parte di padre insidia i belli e i virtuosi, in quanto è coraggioso e ardito e veemente, e cacciatore astuto, sempre pronto a tessere intrighi, avido di sapienza, ricco di risorse, e per tutta la vita innamorato del sapere, mago ingegnoso e incantatore e sofista; e non è nato né immortale né mortale, ma in un’ora dello stesso giorno fiorisce e vive, se la fortuna gli è propizia, in altra invece muore, ma poi rinasce in virtù della natura del padre, e quel che acquista gli sfugge sempre via, di modo che Amore non è mai né povero né ricco, e d’altra parte sta in mezzo fra la sapienza e l’ignoranza.”. Eros non possiede ciò che vuole e desidera, ma lo ricerca costantemente.
Eros è un filosofo
Il filosofo sente, infatti, la mancanza della sapienza e la desidera ardentemente, ne ha bisogno e, dunque, ama. Questa è la mia risposta a tutti coloro che non credono più nel valore e nell’importanza delle materie umanistiche in generale. Si ha questa sensazione angosciante e generale che ci spinge a credere che non ci sia più nulla da scoprire, da imparare e da trasmettere. L’amore può salvarci. In quest’epoca del nulla l’amore è tutto ciò che abbiamo. Nulla è inutile e nulla è di poco valore se è quello che ci piace, che amiamo. Se lo desiderate continuate a studiare arte, filosofia e letteratura. Iscrivetevi alle Facoltà Umanistiche con fierezza perché dalla vostra parte vi è il Sapere, vi è l’Amore. Non guardate troppo alla praticità poiché è molto più inutile studiare qualcosa che non ci appassiona, che non ci soddisfa. Credo che sia meglio un filosofo disoccupato che un ingegnere infelice. Bisogna amare sempre quello che si fa e chissà, magari un giorno ritorneremo ad essere androgini, forti e intelligenti come non mai.
A cura di Manuela Faleo