Abbi buona cura del tuo corpo, è l’unico posto in cui devi vivere. (jim Rohn)
Bistrattata, svilita e spesso maltrattata, la sanità è qualcosa con cui chiunque si trova a fare i conti. Se non per sé, per qualcuno che conosce; in maniera più o meno importante; con gli esiti più disparati. E tutto questo porta irrimediabilmente chiunque a farsi un giudizio. E se è vero che in Italia siamo tutti un po allenatori di calcio per professione e un po politici per passione, tutti avrebbero una ricetta per quella che da tanti è considerata una “malasanità”, in parte o completamente.
Ma è davvero così? E’ davvero solo mala-sanità nel nostro paese?
Dipende da quello che si va a guardare. La sanità italiana è una delle più efficienti al mondo (e le definizioni contano) perché è una di quelle che, a fronte di una delle spese minori, aiuta a garantire una delle maggiori aspettative di vita. Ma basta questo per portarla sul podio e incoronarla? Forse no. Efficiente non significa necessariamente perfetta, un po come il meglio non è amico del bene.
Se andiamo a vedere parametri più pratici, come le liste di attesa, le prestazioni offerte, la prevenzione e la ricerca la situazione cambia in maniera interessante. Di fronte a una medicina preventiva molto efficace, a prestazioni spesso di altissimo livello, ci troviamo di fronte a liste di attesa a volte francamente incredibili e a una miopia su quello che è il pane quotidiano di questo campo: la ricerca.
A questo punto si potrebbe dire che, una volta viste le criticità, dovrebbe essere facile trovare le soluzioni. E a chi dovesse pensare che è solo una questione di soldi, credo si sbagli.
Perché se è vero che più soldi renderebbero più facile il lavoro di tanti medici e infermieri, sotto organico, che fanno turni massacranti per garantire un servizio eccellente, rimarrebbe un punto dolente che, se non affrontato, non ci permetterà mai di migliorare come individui e cittadini: finché continueremo a pensare che qualcosa, se è di tutti, lo possiamo trattare con sufficienza, darlo per scontato, rovinarlo, tanto se è di tutti in fondo non è davvero mio, fino a quel giorno continueremo ad abusarne, a impoverirlo. E che si parli di ambiente, di città o di sanità, sarà questo che rischierà di distruggere ciò che abbiamo costruito.
Perché Le due più grandi sventure nella vita sono una cattiva salute e una cattiva coscienza. (Tolstoj)
A cura di Federico Bugliosi