L’uso dei Social Media è Diventata la più Popolare Attività per il Tempo Libero in Molti Paesi in Tutto il Mondo (Kuss & Griffiths, 2011)
Si visitano da soli i siti di social media per impegnarsi in molti tipi diversi di intrattenimento e attività sociali tra cui giocare, socializzare, passare il tempo, comunicare e pubblicare immagini (Allen, Ryan, Gray, Mclnerney & Waters, 2014, Ryan, Chester, Reece e Xenos, 2014).
Anche se questo è diventato rapidamente un normale fenomeno moderno (Boyd & Ellison, 2007), sono state sollevate diverse preoccupazioni riguardo al potenziale pericolo di dipendenza da social media (ad es. Andreassen, 2015; Griffiths, Kuss, & Demetrovics, 2014).
In effetti l’utilizzo eccessivo e compulsivo dei social è stato paragonato ai modelli di altri tipi di dipendenza (Griffiths, 2005) e ne è stata data la seguente definizione: “essere eccessivamente preoccupato per i social media, guidato da un motivazione incontrollabile ad accedere o utilizzare i social media, dedicando così tanto tempo e sforzo per i social media che altera altre importanti aree di vita “(Andreassen & Pallesen, 2014, p. 4054).
Il termine “dipendenza da Internet” è stato criticato per essere troppo aspecifico. Di conseguenza, alcuni studiosi hanno suggerito “sottotipi di dipendenza” correlati ai contenuti, come dipendenza da cyberessualità, dipendenza da social media, compulsioni nette (ad es. gioco d’azzardo, shopping), sovraccarico di informazioni e “dipendenza da computer” (ad es. giochi, programmazione) (Young, 1999).
L’uso problematico dei social media può rappresentare una forma specifica di “dipendenza da Internet”
Molte ricerche hanno dimostrato che l’uso dei social media è diffuso maggiormente tra le femmine rispetto ai maschi (Andreassen, 2015; Griffiths et al., 2014; Ryan et al., 2014), e sembra che le femmine siano più inclini a sviluppare comportamenti di dipendenza verso le attività che comportano l’interazione sociale (Andreassen et al., 2013; Kuss, Griffiths, Karila, & Billieux, 2014; Van Deursen, Bolle, Hegner, & Kommers, 2015).
Inoltre, è dimostrato che i giovani riportano punteggi più alti sulle scale di dipendenza dei social media rispetto alle persone anziane (ad esempio, Andreassen, Torsheim, Brunborg e Pallesen, 2012; Kuss et al., 2014).
È in effetti risaputo di quanto queste piattaforme online svolgano un ruolo cruciale nella vita ricreativa e sociale di adolescenti e giovani adulti (Allen et al., 2014). I giovani sono diventati rapidamente abituati ad essere costantemente “online” e sembrano adattarsi alle nuove tecnologie più velocemente delle loro controparti più vecchie (Prensky, 2001). Inoltre, i social media possono rappresentare un contesto dove le nuove generazioni possono esplorare e sviluppare la propria identità e la propria cultura senza interferenza dei genitori (Andreassen, 2015; Mazzoni & Iannone, 2014).
Le ricerche suggeriscono anche che le persone che non hanno un partner sono più inclini allo sviluppo di un uso eccessivo dei social media rispetto alle persone che hanno un partner (Kuss et al., 2014).
Ovviamente questo dato è gonfiato dai siti che promuovono l’interazione sociale con l’intento di incontrare potenziali partner tenendo conto che svolgono un’importante funzione sociale e favoriscono lo sviluppo di sentimenti di appartenenza (Andreassen, Torsheim, & Pallesen, 2014; Ryan et al., 2014).
Personalità e Social Media
Numerose ricerche indicano inoltre che la personalità svolge un ruolo nell’uso eccessivo dei social media (ad es. Andreassen et al., 2012, 2013; Hong, Huang, Lin e Chiu, 2014; Wilson, Fornasier, & White, 2010).
In particolare diversi studi hanno mostrato come il narcisismo sia associato positivamente a diverse patologie legate alle attività online di social networking (ad esempio, La Barbera, La Paglia, e Valsavoia, 2009; Malik & Kahn, 2015; Ryan e Xenos, 2011; Wang, Jackson, Zhang, & Su, 2012). Tutto ciò sembra essere significativo in quanto l’uso dei social media consente alle persone di esprimere le proprie ambizioni e mostrare i propri successi ad un pubblico potenzialmente ampio e ottenere ricompense e riconoscimenti altamente visibili attraverso “Mi Piace” e commenti positivi da altri utenti dei social media.
La maggior parte degli studi contemporanei si riferisce al narcisismo come tratto comportamentale espresso, tra l’altro, da grandiosità egocentrica, arroganza, manipolazione e caratteristiche simili (Alarcón & Sarabia, 2012).
Il disturbo narcisistico di personalità, una forma patologica di narcisismo, è formalmente riconosciuto dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali in termini di alto livello di auto-importanza, fantasie di successo illimitate, sentirsi speciali e unici, mancanza di empatia, invidia e arroganza (American Psychiatric Association, 2013). Vi ricorda per caso qualcuno che seguite su instagram?