I Rapporti tra Musica e Cinema Sono Sempre Stati Molto Stretti
Un motivo musicale, con tutte le sue possibili sfumature, riesce ad esprimere avvenimenti, sentimenti e pensieri intimi; silenzi accompagnati dalla musica rivelano gli stati d’animo di un personaggio, molto più profondamente di quanto possa mai riuscire a fare un dialogo. La musica, linguaggio universale, essendo soprattutto armonie e mutazioni ritmiche, può contenere modulazioni e risonanze che rappresentano tutte le sfaccettature dell’animo umano.
Viceversa, le immagini del cinema generano sensazioni che possono poi esprimersi pienamente solo attraverso la musica, la quale diventa a volte parte integrante della trama del film. La forza della musica sta proprio nell’essere un insieme di riflessioni possibili, nel far meditare senza parole, nel poter essere interpretabile in vari modi; in realtà, ogni spettatore può “sentire” ciò che vuole in un “pezzo“, anche se quel pezzo musicale è identico per tutti dal punto di vista delle note.
La Musica nel Cinema
La musica è quindi in grado dare maggiore forza emotiva accompagnando il processo del discorso interiore dei personaggi. Un buon film assorbe talmente la nostra attenzione che la musica è come se non la notassimo; tuttavia, nello stesso tempo, un film senza accompagnamento musicale ci sembra povero. Questo perché il film è sempre avvolto in una particolare atmosfera emotiva, la cui presenza può passare inosservata, pur se indispensabile.
La musica contribuisce a trasferire le emozioni suscitate sullo schermo direttamente nello spettatore, facilitando il processo di formazione del discorso interiore e proprio per questo non viene percepita in sé e per sé, cioè udita. La scena è imbevuta d’emozione e l’emozione è proiettata sulla scena. Esiste poi un’ulteriore componente nella colonna sonora di un film, che spesso passa inosservata, ovvero l’elemento del silenzio.
Il Silenzio nel Cinema
Lo shock del silenzio nei film moderni è dovuto, per molti aspetti, alla sua estraneità nella nostra vita quotidiana. Nel mondo moderno attuale siamo circondati da rumori di ogni tipo e la nostra vita frenetica ci impedisce spesso di fermarci ad “ascoltare il silenzio”. In un certo senso, silenzi sonori nei film costituiscono il perturbante, ciò che è sconosciuto e inquietante. Eliminando il sonoro di una scena ci troviamo di fronte ad una situazione “irreale“, che viola le regole base del cinema sonoro e ci immerge in un ambiente non familiare. In realtà, il silenzio può essere pensato come un tipo di suono altrettanto valido. Charlie Chaplin, uno degli autori che più di ogni altro si era opposto all’introduzione del parlato nel cinema, nel 1922 affermava: “Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato. I ricchi comprano rumore. L’animo umano si diletta nel silenzio della natura che si rivela solo a chi lo cerca”. Compito specifico del musicista cinematografico è quello di saper tacere al momento opportuno. Il silenzio è un importante mezzo espressivo: quando la musica tace, la pausa equivale a un improvviso trattenere il respiro, e sottolinea la tensione di una fase particolarmente drammatica. La carica espressiva ed onirica dei film viene rafforzata, facendo parlare le immagini che fluiscono e liberamente si sovrappongono nel nostro inconscio. Il silenzio dei personaggi in scena, sia esso comunicativo, espressivo o di attesa, risulta essere dunque un dato assolutamente significativo nell’ambito della colonna sonora, al pari dei dialoghi, delle musiche e dei suoni in generale.
A cura di Paola Cannavò