Lo Psicologo o lo Strizzacervelli: problema di identità
Il confine tra “sanità” e “malattia mentale” è labilissimo, e per questo spesso si presta ad essere fonte di confusione o esagerazione da parte di chi tenta di etichettare una personalità –complessa , per la sua stessa etimologia, se si pensa che il termine “persona” deriva dal greco, “maschera”– all’interno di una categoria diagnostica. Allo stesso modo, il confine tra “visone dello Psicologo” e “Strizzacervelli” è altrettanto sottile, per il retaggio culturale che da decenni condiziona la nostra idea di Psicologia: la scienza che cura i matti. Ma chi è realmente lo Psicologo? Lo Psicologo è il dottore laureato in Psicologia, dopo un percorso quinquennale, che ha svolto un anno di tirocinio post laurea affiancando un tutor esperto, ed acquisendo una molteplicità di strumenti, verbali e pratici, che poi ha verificato tramite il superamento di un Esame di Stato obbligatorio. Lo Psicologo psicoterapeuta è una professionista abilitato all’utilizzo di conoscenze e di strumenti per la prevenzione, la diagnosi, l’abilitazione, la riabilitazione ed il sostegno in ambito prettamente psicologico, e nel far questo si rivolge al singolo, alla coppia, al gruppo o alla comunità, osservando un insieme di norme deontologiche che regolano il suo operato. Fin qui tutto chiaro, ma questi sono paroloni che fanno paura, che portano a pensare che lo psicologo lavori solo con la patologia; ebbene, al giorno d’oggi lo psicologo lavora con il benessere prima che con la malattia; con la prevenzione e non proprio con la cura.
Perché non un amico per fare questo?
Perché, al di là dell’importanza del valore dell’amicizia, lo Psicologo è un professionista, tenuto per legge al segreto professionale, che non solo offre un ascolto all’interno di una relazione che è del tutto nuova, scevra dai pregiudizi e da una idea pre-formata, ma, in un rapporto di natura professionale, che lo rende quindi indipendente ed obiettivo nella capacità di ragionare, si focalizza esclusivamente sul paziente, estraneo alla propria vita passata. Ecco perché per lo psicologo costituisce una grave violazione lavorare con persone con le quali ha già intrattenuto rapporti significativi. La maggior parte di coloro che oggi si rivolgono al professionista lo fa non perché si ritiene malata, ma per avere un punto di vista diverso e più ampio, che aiuti a sbrogliare delle matasse esistenti nella propria vita ed altrimenti troppo aggrovigliate per poterle districare, e quindi risolvere.
A cura della Dott.ssa Azzurra Carrozzo